La semplicità della musica delle Piante

In questo tempo in cui c’è un grande movimento globale sul rispetto per la natura, ahimè spesso strumentalizzato per scopi puramente economici e di controllo globale, vedi il riscaldamento globale e Greta Tumberg, ma anche tutte quelle ottime attività di pulizia di aree verdi o naturali dai rifiuti che spesso vengono organizzate, così come la piantumazione di nuovi alberi. Ecco tutto questo va verso una buona direzione perché, comunque sia, contribuisce a riavvicinarci a Madre Natura, ma quello che spesso vedo è che si predica bene e si razzola male.

Vi consiglio di spendere del buon tempo per avere una visione prettamente scientifica, NON di parte.

Ciò che posso aggiungere a questo filone di pensiero è il fatto che potremo riavvicinarci a Madre Natura attraverso una più assidua frequentazione, anche senza per forza far qualcosa, semplicemente destando attenzione a quei particolari che spesso sono tanto banali ma che invece nascondono una potenziale emozione. Cercare di entrare sempre più in nella vibrazione che la Natura porta con sé, che altro non è che la vibrazione di tutta Madre Terra. In questo momento così importante di grande cambiamento globale e del risveglio delle coscienze, l’allineamento alle nuove frequenze è di vitale importanza per proseguire nell’evoluzione più consona della specie umana.

Fatto questo prologo veniamo a quello che personalmente sta diventando per me uno strumento molto importante per riavvicinare gli esseri umani un po’ più alla Natura.

Ormai un anno è trascorso da quando ho iniziato a fare pratica e ricerca con la musica delle piante, ogni volta che quel magico dispositivo trasforma gli impulsi elettrici delle Piante in musica, c’è qualcosa di meraviglioso che si manifesta, qualcosa che spesso non è spiegabile a parole.

Da maggio ho anche iniziato a tenere dei laboratori esperienziali sia con i bambini che con gli adulti, anche qui, ogni volta, le sorprese sono sempre presenti.

Ma come funziona questa magia?

Beh, il concetto è molto semplice, il dispositivo funziona un po’ come un elettrocardiogramma, attraverso i suoi elettrodi capta gli impulsi elettrici della pianta, i quali formano un onda, questa se rimanesse così sarebbe semplicemente un disegno ma ora immaginate che quest’onda venga sovrapposta ad un pentagramma, ecco che i punti di intersezione tra i due definiscono le posizioni delle note.

Quindi, questo pentagramma viene suonato selezionando uno strumento nel dispositivo.

Questo per spiegarlo in maniera molto semplice, sia chiaro.

I bambini non hanno interesse del funzionamento di questa magia, per loro sembra quasi una cosa normale, anche se si sorprendono comunque, mentre per noi adulti la cosa è diversa e ogni volta saltano fuori le curiosità e le domande del tipo:

  • Ma se la tocco cambia musica?
  • C’è differenza tra gli alberi e le piante piccole?
  • E tra le piante domestiche e quelle selvatiche?
  • E se le taglio una foglia, come reagisce?

Tutte domande lecite e importanti, ma ecco cosa vi posso dire io.

Quando iniziai a studiare e a ricercare i vari parametri di cambiamento di musica delle piante su dei campioni di bonsai, man mano che passava il tempo mi sono reso conto che questi parametri sono veramente tanti e che alla fine ciò che realmente è importante è ben altro.

A scuola ci hanno insegnato che su questo pianeta ci sono 3 grandi mondi:

  • Minerale
  • Vegetale
  • Animale (del quale facciamo parte anche noi)

Ci hanno anche insegnato che noi come esseri umani siamo i più evoluti e quelli più intelligenti, ma personalmente credo che questo non sia proprio la realtà dei fatti, anzi sono fermamente convinto che bisognerebbe invertire le parti.

Come esseri umani all’inizio della fatidica evoluzione, secondo la scienza ufficiale, siamo presenti soltanto da un paio di 100 mila anni, mentre gli animali da molto prima, e le piante ancora prima, e che dire dei minerali.

Se chiediamo a chi opera con i cristalli ci dirà che sono portatori di informazioni molto antiche e che sono molto sensibili emotivamente e che influiscono energeticamente sugli ambienti e su tutto ciò che in essi vi si trova, compresi gli esseri umani. Con una esistenza così lunga, si parla talvolta anche di milioni di anni, i cristalli si possono considerare dei mega computer quantistici, ricchi di una vasta gamma di informazioni che la scienza non è in grado di estrapolare.

Arriviamo ora al mondo vegetale, le prime piante sono comparse sul pianeta 450 milioni di anni fa, sempre secondo la scienza ufficiale, una delle specie più antiche e ancora presente oggi è la felce. Ma che dire di quegli alberi millenari?

In Sardegna ne abbiamo veramente tanti, e tanti ne troviamo in giro per il mondo, ma anche tantissime piante più giovani, da quelle secolari fino a giungere a quelle stagionali come gli ortaggi.

Durante i laboratori e le escursioni che tengo, le persone, e parlo di adulti, hanno sempre la curiosità di interagire con le piante per capire le reazioni che possono avere nella loro interazione, ed è curiosa quanta voglia ci sia di mettersi in gioco giocando.

Sono diverse anche le persone che raccontano delle proprie esperienze con le piante di cui si curano a casa,  e anche senza la musica delle piante si riscontrano comportamenti di grande empatia e mutamenti dovuti all’interazione tra di loro.

In questo tempo di ricerca ed esperienza ho assistito a scene incredibili, anche da lacrime, e sono giunto ad una conclusione:

tutta la ricerca che avevo iniziato a condurre mi ha portato a comprendere in maniera ancora più tangibile che le piante sono degli Esseri intelligenti e senzienti, con una sensibilità molto più elevata di quella degli esseri umani, e lo dimostrano ogni volta.

Come i nostri anziani parlano e comunicano con una calma e pacatezza più unica che rara, dove noi, più piccoli, stiamo lì ad ascoltare come fosse il miglior concerto che possiamo mai ascoltare, anche le piante anziane si comportano alla medesima maniera.

Ascoltate l’olivastro millenario di Luras (circa 4000 anni), qui sotto.

Mentre le piante più giovani si comportano proprio come i più giovani di noi, delle grandi chiacchierone, talvolta anche chiassose, se poi sono in fiore è come quando un uomo e una donna sono innamorati, dei vulcani di energia.

«Tutto è così semplice che è difficile capirlo.»

(Essere)

In definitiva, credo che oltre a fare l’esperienza di relazionarsi con le piante per capire che sono proprio così come ho cercato di spiegare, infine non rimane altro che metterci in ascolto, in silenzio, far entrare in noi quella musica, entrare noi nella loro musica, allinearci alla loro frequenza, mescolare le nostre emozioni con le loro perdendo l’orientamento e godere fin quanto possiamo di questa magica connessione, tutto con la semplicità più semplice.

 

Anche se non avete a disposizione un dispositivo per la musica delle piante  vi invito a fare voi esperimenti con le piante di cui vi prendete cura, e se proprio volete sentirne la musica, contattatemi, organizziamo insieme un esperienza da ricordare a vita.

Grazie immensamente a tutti.

Ivano Naiely

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